Poesie

  • "L'isola dei fuochi fatui" di Dario Cusani
  • "La Locomotiva" di Dario Cusani
  • "La giostra" di Dario Cusani
  • "Danza Propiziatoria" di Dario Cusani
  • "Sogno su una nuvola" di Dario Cusani
  • "La luce di Gennarino" di Dario Cusani
  • "Presentazione di Gennarino" di Dario Cusani
Autore: Dario Cusani

La gente guardava lontano, e pensava che fossero lampi.

Indiani, erano indiani, erano solo dei miseri indiani,

accendevano fuochi per chiedere aiuto,

fuochi esplodevano dal petto pulito, fuochi fatti di spirito puro.

Ed eccoli ora, dentro gabbie di ferro, e bare di metallo freddo.

Autore: Dario Cusani

Ferma! Ferma!

vai via, non andare, tu appartieni alla terra e non puoi infrangere il mare.

C'è una linea sottile che l'uomo non vede.

C'è una linea sottile che anche il Signore prima o poi non riuscirà più a vedere,

e allora verremo NOI calpestati dalla stolta presunzione.

Autore: Dario Cusani

Il bimbo nato da un salto nel vuoto.

"E' un gioco, è un gioco!" senza troppe domande.

Il bimbo è saltato e non si torna indietro,

da oggi non potrà fare a meno di crescere,

in un volo confuso tra il ferro e il paradiso,

e smarrirà l'origine, e smarrirà la meta,

ma si nasce di morte e si muore di morte,

poiché "l'origine è la meta".*

*Citazione di A. Baricco
Autore: Dario Cusani

Donna di pelle nel ventre della danza, nuda la danza, spoglia la sua vita.

Ciò che per una è attico,

che pesa sull'umile testa.

Autore: Dario Cusani

Come il giaguaro catturato da una bolla di sapone.

Come il lupo che trema inerme di fronte alla sua amata lucciola.

Pezzo di ferro privo di vita,

che porti in te il sogno di qualcuno

e nascondi un cuore che crede nelle favole.

Pezzo di ferro.

Pezzo di uomo.

Uomo senza sogni.

Ferro senza vita.

Lui da a te la vita.

Tu gli dai un sogno.

Autore: Dario Cusani

Piazza Mercato a Napoli, 20 agosto 1799.

Gennarino Serra di Cassano è sul patibolo, guarda la folla in delirio e si rivolge così al prete che lo confortava:

" Ho sempre lottato per il loro bene e ora li vedo gioire per la mia morte".

Questa frase raccoglie in se' una grande quantità di significati.

Significa che gli ideali sono capaci di portarti a gesta grandiose.

Significa che la gioventù, ed essa soltanto, dà l'energia per sognare di cambiare il mondo.

Significa che la cultura, come conoscenza, quasi sempre ti porta alla solitudine e all'incomprensione.

Significa che le masse sono e saranno sempre manipolate da chi gestisce il potere e non dagli ideali.

Significa che il vento dell'opportunismo è spesso più forte del vento della coscienza. Significa che gli ideali e la passione non muoiono su un patibolo perché nel tempo diventano più grandi della storia stessa.

Tutti questi "significati" sono racchiusi in quel "portone" di Palazzo Serra di Cassano a Napoli che il padre di Gennarino fece chiudere "in faccia al Re" al quale aveva chiesto invano la grazia per il figlio.

Quel portone è rimasto e rimarrà un "luogo della memoria", palpabile segno di ideali immortali.

Autore: Dario Cusani

Piazza Mercato a Napoli, 20 agosto 1799.

Gennarino Serra di Cassano è sul patibolo, guarda la folla in delirio e si rivolge così al prete che lo confortava:

" Ho sempre lottato per il loro bene e ora li vedo gioire per la mia morte".

Questa frase raccoglie in se' una grande quantità di significati.

Significa che gli ideali sono capaci di portarti a gesta grandiose.

Significa che la gioventù, ed essa soltanto, dà l'energia per sognare di cambiare il mondo.

Significa che la cultura, come conoscenza, quasi sempre ti porta alla solitudine e all'incomprensione.

Significa che le masse sono e saranno sempre manipolate da chi gestisce il potere e non dagli ideali.

Significa che il vento dell'opportunismo è spesso più forte del vento della coscienza. Significa che gli ideali e la passione non muoiono su un patibolo perché nel tempo diventano più grandi della storia stessa.

Tutti questi "significati" sono racchiusi in quel "portone" di Palazzo Serra di Cassano a Napoli che il padre di Gennarino fece chiudere "in faccia al Re" al quale aveva chiesto invano la grazia per il figlio.

Quel portone è rimasto e rimarrà un "luogo della memoria", palpabile segno di ideali immortali.